Come cambiano mutui e bonus dopo la Legge di Bilancio 2023

GENNAIO Bilancio 2023La Legge di Bilancio ha apportato qualche novità in materia edilizia, immobiliare e fiscale. Alcune di questi cambiamenti al quadro normativo potrebbero effettivamente interessare diversi nostri lettori e, proprio per questo motivo, di seguito abbiamo cercato di riassumere ciò che potrebbe risultare più o meno vantaggioso per costoro.

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Torna a crescere il numero di immobili ipotecati

nov kyosCome confermano gli ultimi dati inclusi nel report dell’Agenzia delle Entrate–Osservatorio del Mercato Immobiliare, nel corso del 2021 sono tornate a crescere le unità immobiliari ipotecate a garanzia dei mutui,che nell’esercizio sono ammontate a 1.017.087, in aumento del 25,8% rispetto a un 2020 in cui le attività avevano assistito a una battuta d’arresto. Continua a leggere Torna a crescere il numero di immobili ipotecati

Si può vendere l’immobile se non è accatastato regolarmente?

casa catastoNel nostro mercato immobiliare sono numerose le abitazioni che non sono accatastate regolarmente. Il fenomeno non riguarda – come di norma – le case più vecchie, presenti magari nei vecchi centri cittadini, bensì anche immobili di più recente edificazione che, però, nel corso degli anni hanno subito degli interventi che ne hanno modificato lo stato di fatto rispetto a quanto depositato nelle schede catastali.

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Come funziona la vendita di un bene sottoposto a vincolo culturale

come funziona la venditaLa vendita di beni sottoposti a vincolo culturale rivela la presenza di una disciplina specifica, predisposta al fine di tutelare l’interesse che lo Stato potrebbe manifestare su specifici beni che hanno un valore storico-artistico, architettonico o paesaggistico. Ma come funziona la vendita di un bene sottoposto a vincolo culturale? Come viene esercitato il diritto di prelazione da parte del Ministero?

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Quali differenze tra caparra confirmatoria e caparra penitenziale?

Nel momento in cui si presenta una proposta di acquisto o si firma un compromesso, si è soliti versare una somma di denaro a titolo di caparra. Oltre che di anticipo, la caparra ha anche funzione di garanzia: nel caso in cui una delle due parti non rispetti il contenuto del contratto, recedendo da esso o dando seguito a un inadempimento, la parte adempiente può trattenere la caparra e, se si tratta dell’acquirente (ovvero, della parte che ha versato la caparra) si ha il diritto a ottenere una somma pari al doppio della caparra. Non tutti sanno, però, che la caparra può essere sia di tipo confirmatorio che di tipo penitenziale: in questo breve approfondimento cercheremo di comprendere di cosa si tratta e quali siano le differenze. Cos’è la caparra confirmatoria Cominciamo con la caparra confirmatoria, sicuramente la tipologia di caparra più frequente in ambito immobiliare. Con tale caparra la parte consegna alla controparte una somma di denaro a conferma del vincolo assunto: nel caso in cui il contratto dovesse concludersi, arrivando alla stipula dell’atto definitivo di compravendita, la caparra dovrà essere restituita o, come accade più frequentemente, imputata alla prestazione. In caso di inadempimento, invece, la parte adempiente può non solamente recedere dal contratto, quanto anche trattenere la caparra confirmatoria e, se lo ritiene, agire in giudizio per ottenere un risarcimento del danno subito e domandare anche l’esecuzione in forma specifica del contratto, obbligando la controparte, tramite il giudice, a trasferire l’immobile. Se ad essere inadempiente è il venditore, ovvero colui che ha ricevuto la caparra, allora l’acquirente avrà diritto al doppio della somma. Cos’è la caparra penitenziale Diversa la natura e la funzione della caparra penitenziale. In questo caso, infatti, la caparra si erge a corrispettivo del recesso, stabilito convenzionalmente tra le parti che, con essa, decidono fin dall’origine del rapporto di potersi liberare pagando il corrispettivo da essa rappresentato, senza che la parte adempiente possa chiedere alcunché. Pertanto, la parte adempiente non può domandare né il maggiore danno che avesse subito dall’inadempimento, né l’esecuzione del contratto al giudice. Può dunque trattenere solo ed esclusivamente la caparra penitenziale che, per certi versi, costituisce una sorta di prezzo del diritto di ripensamento. A differenza della caparra confirmatoria, pertanto, il recesso non è più giustificato dall’inadempimento di una delle due parti, ma è esercizio del diritto di ripensamento. La caparra costituisce così il prezzo dell’esercizio di tale diritto di pentimento e, nel caso in cui il recesso non sia più esercitabile, dovrà essere restituita alla parte che l’ha versata. Rimane inteso, anche in questo caso, che se a esercitare il recesso è la parte venditrice, allora l’acquirente avrà diritto al doppio della caparra penitenziale.Nel momento in cui si presenta una proposta di acquisto o si firma un compromesso, si è soliti versare una somma di denaro a titolo di caparra. Oltre che di anticipo, la caparra ha anche funzione di garanzia: nel caso in cui una delle due parti non rispetti il contenuto del contratto, recedendo da esso o dando seguito a un inadempimento, la parte adempiente può trattenere la caparra e, se si tratta dell’acquirente (ovvero, della parte che ha versato la caparra) si ha il diritto a ottenere una somma pari al doppio della caparra. Continua a leggere Quali differenze tra caparra confirmatoria e caparra penitenziale?

Contratti con condizioni sospensive e risolutive: come funziona la provvigione del mediatore

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La presenza di condizioni sospensive e risolutive nei contratti può modificare la formazione del diritto del mediatore a ottenere una provvigione per la sua attività professionale.

Ma che cosa sono le condizioni sospensive e risolutive? In che modo impattano sul diritto del mediatore a pretendere la provvigione? E cosa cambia nell’ipotesi in cui più mediatori abbiano collaborato per favorire la conclusione di un affare?

I contratti con condizioni sospensive e risolutive

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Certificato di conformità urbanistica: quando è richiesto e a cosa serve

Certificato di conformità urbanistica quando è richiesto e a cosa serve

Il certificato di conformità urbanistica è una dichiarazione con cui si attesta la corrispondenza tra un immobile e il titolo edilizio depositato in Comune. Attraverso tale certificato, pertanto, è possibile assicurare che lo stato di fatto dell’immobile che si intende acquistare o vendere sia coerente con i titoli rilasciati volta per volta dalle amministrazioni competenti. Continua a leggere Certificato di conformità urbanistica: quando è richiesto e a cosa serve